S’inaugura l’anno universitario alla Sapienza: 17 gennaio 2008, bel tempismo! Prendere carta e penna, invitare il Papa all’Università, sei il rettore. Prendere carta e penna, scrivere al rettore di non invitare il Papa, sei un professore con amici. Dire al rettore di non rendere pubblica la lettera, sei un professore con amici. Rendere pubblica la lettera, sei il rettore. Leggere nella lettera che il Papa cita Paul Feyerabend: “Galileo era un bue! E la Chiesa ben ga fato a condannarlo!”. Il Ratzinger non era d’accordo, il Feyerabend, sì. Ricordarsi che Feyerabend lo leggeva Toniutti, Giancarlo, sarà stato il 1983, “Contro il metodo”, sei un punkanarchico in pensione.
Osservare che anche Feyerabend era anarchico, rimuginare tra sé e sé: “To’ guarda sto’ Papa che legge”. Osservare che er Papa, accoppiato a Feyerabend, viene contestato da li collettivi studenteschi, da li comunisti, da li anarchici. Obiettare: “Ma quello zoticone de Ahmadinejad ha parlato all’Università, in America! …e poi le lauree date a Valentino Rossi, a Vasco Rossi, a Paolo Rossi, al Signor Rossi, A Red Ronnie…sì, insomma, vuoi mettere il Ratzinger, almeno veste meglio (di Ahmadinejad, ovviamente)”. Riobiettare: “Ma è il giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico ( il 17 gennaio 2008, bel tempismo!) si danno le linee guida per tutto l’anno accademico (ma che vo dì ?)! C’è il Papa e il professor Ratzinger, e non si capisce chi è uno chi è l’altro! Nun ce sta il dialogo, parlerebbe solo il Ratzinger! Mancherebbe er dibattito!”. Fare un po’ de cagnara sul Papa che parla troppo, sul Papa che parla troppo poco, sul Papa che non parla, sul Papa che parla sempre, sei la TV e sei i giornali. Dire che il Papa parlerà ma non durante la cerimonia, un po’ più in là, in un separé, una sorta di spettacolo off, sei il rettore. Essere studente scrivere “né padri, né preti” senza accento, occupare, con il permesso del rettore il rettorato. Chiedere ar rettore se se po contestà er Papa. Essere il rettore e dire: “Sì, è così che se fa’, se chiede er permesso e poi, eventualmente, se contesta er Papa”, in un separé, una sorta di spettacolo off. Essere il Papa, rompersi le palle, prendere carta e penna scrivere al Rettore: “Alla Sapienza nun ce vegno”. Essere tutto il parlamento italiano, tutti i giornali, tutti gli itagliani , tutti, pochi esclusi: piagne che er papa non va all’Università, che ce sta la censura, che se stava meglio quando se stava peggio. Dall’altra parte, gli altri, i pochi esclusi, vestiti da vigili del fuoco a darsi medaglie da pompieri della libertà di pensiero, della scienza, dell’Università laica e moderna. Indossare toghe, broccati, velluti rossi, copricapo da mago Otelma (che in confronto il camauro è roba da fighetti) sfoggiare ermellini forforosi, in fondo è un’Università laica e moderna, FARE UNA CERIMONIA, ‘NA PIZZA, POI leggere il discorso del Papa, il giorno dell’inaugurazione dell’anno universitario alla Sapienza: 17 gennaio 2008 – bel tempismo!
Scritto con la Perpetua Titling MT